M.R.G.E.

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definizione

Con questo acronimo si suole indicare l’insieme delle cosiddette “malattie da reflusso gastro-esofageo”, ovvero una sindrome caratterizzata dalla risalita dei succhi gastrici in esofago con la conseguente formazione di fenomeni flogistici e dispepsie, in genere con al tendenza alla cronicizzazione.

Bruciore retrosternale (pirosi), dolore epigastrico, rigurgito e percezione della risalita di materiale acido lungo l’esofago sono i sintomi tipici della malattia: si parla di M.R.G.E. quando il reflusso causa non solo questi sintomi ma quando si evidenziano contestualmente esofagite o gastriti con la possibilità di evoluzioni ulcerose o trasformazioni metaplastiche della mucosa (esofago di Barrett); molte persone sperimentano occasionalmente episodi di reflusso gastro-esofageo, ma solo alla presenza di episodi ricorrenti, almeno due volte alla settimana e per un periodo di varie settimane, allora si può parlare di una sindrome da reflusso, vista la persistenza a lungo termine. 

eziopatogenesi

La possibilità che si sviluppi una M.R.G.E. non ha una relazione diretta con età, sesso o pregresse problematiche gastro-intestinali, ma riconosce comunque una serie di cause predisponenti o fattori scatenanti che debbono essere prese in considerazione nel valutare le modalità di insorgenza di questa condizione: la causa determinante, da un punto di vista fisiopatologico è la beanza dello sfintere esofageo inferiore (L.E.S.) a livello del cardias, che, indebolendosi, perde elasticità e funzionalità, aprendosi quando non dovrebbe, creando una vera e propria sindrome dello sfintere esofageo inferiore.

Cofattori eziologici o cause favorenti sono:

⇒ ernia iatale – in questi soggetti si osserva un aumentato rischio di insorgenza di questo disturbo, a causa dello spostamento verso l’alto dello stomaco, dovuto alla formazione di brachiesofago e/o allo spasmo del muscolo diaframma che esercita una trazione incongrua a livello del cardias, creando le condizioni per la beanza dello sfintere esofageo inferiore.

⇒ obesità o forte forte sovrappeso – in queste persone, la compressione esercitata dalla massa adiposa sull’addome, incrementata rispetto alle condizioni di peso normale, associata all’habitus (postura) crea un incremento della pressione addominale che spinge il chimo gastrico attraverso il diaframma respiratorio, favorendo oltretutto la presenza di ernie iatali da scivolamento.

aerogastria e dispepsia – la malattia da reflusso gastro-esofageo è spesso causata non solo dal reflusso nell’esofago del contenuto dello stomaco, ma anche dai gas derivati dalla fermentazione del chimo: queste due manifestazioni sono spesso sottovalutate come possibili agenti eziologici; anche la presenza di gastroparesi o di discinesie che rallentano il normale svuotamento dello stomaco o l’assunzione di pasti troppo abbondanti sono possibili agenti causali.

⇒ sindrome di Zollinger-Ellison – rara malattia, caratterizzata dalla comparsa di gastrinomi a livello del pancreas o del duodeno, tumori maligni che causano un’ipersecrezione di gastrina, in grado di elevare pericolosamente l’acidità dello stomaco, dando luogo a continue ulcere peptiche, forti dolori addominali, diarrea.

Helicobacter Pylori – per quanto sia stata lungamente studiata una possibile associazione tra l’infezione da questo battere e la M.R.G.E., non è mai stata accertata da studi epidemiologici, né è stato individuato un possibile meccanismo patogenetico con il quale il batterio provocherebbe la malattia: addirittura l’eradicazione del battere sembra avere un ruolo negativo sia sulla manifestazioni cliniche, sia sulle possibili recidive che tendono a ripresentarsi con maggiore frequenza.

bloating o meteorismo – la presenza di gas prodotto a livello intestinale può generare un reflusso duodeno-gastro-esofageo, con conseguente risalita nell’esofago non solo del contenuto acido dello stomaco ma anche di sali biliari che svolgono una ulteriore azione infiammatoria sull’esofago: col tempo l’infiammazione può evolvere in danni al tessuto dell’esofago, sotto forma di erosioni e piccole ulcere.

⇒ gravidanza – chiaramente il progressivo aumento della pressione endoaddominale è un fattore efficace nel creare manifestazioni di reflusso nella donna pregna; nelle donne incinte, la tendenza a sviluppare la malattia da reflusso gastro-esofageo sarebbe connessa alle variazioni dei livelli ormonali, e alla compressione esercitata dal feto in espansione sullo stomaco e l’esofago.

iatrogenesi – anticolinergici, broncodilatatori (antiasmatici), calcio-antagonisti (per la cura dell’ipertensione), dopaminergici (per la cura del morbo di Parkinson), la progestina (un anticoncezionale utile anche nel trattamento dell’irregolarità mestruale), i nitrati (per la cura dell’angina pectoris), gli ansiolitici (per la cura dell’ansia e dell’insonnia) e gli antidepressivi triciclici (per il trattamento della depressione), inibitori delle fosfodiesterasi (sildenafil e vardenafil, utilizzati per l’impotenza), antistaminici, sedativi ed antidepressivi sono tutti farmaci in grado di favorire la formazione di M.R.G.E.; anche alcuni alimenti, come i cibi grassi o gli agrumi o sostanze quali la nicotina, la caffeina o gli alcolici posseggono un’azione inibitoria sullo sfintere esofageo inferiore.

⇒ asma – M.R.G.E. ed asma bronchiale sono due patologie frequentemente associate, con strette interconnessioni sotto il profilo biologico, clinico, sintomatologico e prognostico: esiste una evidente comorbidità in quanto la presenza di reflusso accentua le manifestazioni asmatiche e queste ultime sembrano incrementarne l’insorgenza; tosse cronica associata o meno a laringite cronica sono un sintomo spesso in comune. La natura dell’associazione asma e reflusso gastro-esofageo è stata studiata per molto tempo ed ancora oggi non è possibile dare una risposta definita, sia in termini di temporalità di insorgenza (comparsa prima del reflusso o dell’asma), sia sull’evoluzione di questa associazione: un dato certo è il peggioramento dei sintomi dell’asma al punto che la M.R.G.E. può essere considerato un fattore aggravante della malattia, come conseguenza della stimolazione nervosa vagale per l’attivazione di riflessi esofago-bronchiali. Ugualmente l’asma, soprattutto nella sua forma severa, può facilitare l’insorgenza del reflusso in quanto i fenomeni di broncospasmo tipici delle crisi asmatiche aumentano lo sforzo respiratorio che determina aumento del gradiente pressorio tra addome e torace facilitando il reflusso stesso. Alcuni farmaci utilizzati per il trattamento dell’asma refrattaria, come la teofillina e i suoi derivati (inibitori delle fosfodiesterasi) possono indurre reflusso determinando un rilasciamento dello sfintere esofageo inferiore; la contemporanea presenza di asma bronchiale e M.R.G.E. innesca circoli viziosi che possono portare ad un peggioramento di entrambe le manifestazioni.

sintomatologia

Tipicamente un sintomo patognomonico è la pirosi che si manifesta sotto forma di sensazione di bruciore retrosternale, talora irradiata al collo oppure posteriormente, tra le scapole, ed il rigurgito, cioè la risalita non forzata del contenuto gastrico fino al cavo orale, associato spesso a nausea e senso di vomito; si possono manifestare alcuni sintomi atipici come la disfagia (sensazione di difficoltà nella deglutizione, spesso legata ad alterazioni motorie correlate al reflusso), l’odinofagia (dolore legato alla deglutizione), singhiozzo ed il dolore retrosternale simil-anginoso (dolore irradiato al mento, alla mandibola, alle braccia e tra scapole), che può indurre erroneamente a sospettare un infarto del miocardio.

Non di rado si possono manifestare sintomi extra-esofagei a livello bronco-polmonare, come l’insorgenza di tosse stizzosa o cronica, difficoltà respiratoria, asma, polmonite ab ingestis, ipersecrezione catarrale (aumentata produzione di muco, visibile sul piano glottico), emoftoe, apnee notturne, bronchiectasia; altri distretti coinvolti possono essere quello oro-faringeo, con glossite, faringite (con o senza mal di gola), scialorrea, disfonia, raucedine, sensazione di nodo in gola (bolo faringeo), alitosi, prolasso dei tessuti molli (velopendulo), patina bianca sulla tonsilla linguare, e raclage, cioè quella (sensazione di dover raschiare continuamente la gola per una forte presenza di muco che in realtà si rivela essere scarso e di difficile estrazione, vellicchio faringeo, disfagia orofaringea, carie dentali. Ulteriori sintomi possono essere laringite cronica, laringite posteriore (edema e rossore), ulcere e granulomi delle corde vocali.

complicanze

Qualora non si intervenga, una M.R.G.E. può evolvere dando luogo alla formazione di complicanze quali:

⇒ esofagite – un’infiammazione cronica dell’esofago;

⇒ stenosi dell’esofago – una condizione in cui l’esofago diventa molto stretto, rendendo difficile persino deglutire;

⇒ esofago di Barrett – una condizione particolare in cui le cellule del tessuto interno dell’esofago si convertono in cellule simili al tessuto intestinale, sfociando in un cancro;

⇒ problemi respiratori – l’immissione di gas acidi dello stomaco nei polmoni attraverso la respirazione, portando a congestione toracica, raucedine, asma, laringite e polmonite.

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