facilitazione segmentale

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definizione

Concetto enunciato dall’osteopata John Stedman Denslow, all’inizio degli anni ’40 del secolo scorso, ed approfondito dall’osteopata Irwin Korr, per descrivere il fenomeno di iperattivazione neurologica del midollo spinale associate a ipertono simpatico, in risposta a stimoli afferenti, anche minimali, allo stesso neuromero, provenienti da traumi o irritazioni somato-viscerali periferiche.

fisiopatologia

Irwin Korr postulò che un trauma, anche non particolarmente significativo a carico di un miotomo (muscolatura innervata segmentalmente dalla stesso sezione midollare) potesse indurre modificazioni nella risposta neurologica a livello delle corna dorsali del midollo, come conseguenza di un accrescimento nell’afflusso di input provenienti dai fusi neuromuscolari, con conseguente decremento della soglia di eccitabilità neuronale ed incremento dell’attività e della reattività dei neuroni internuciali.

Poiché questo tipo di neuroni costituisce l’ossatura della rete neurale deputata all’interconnessione ed associazione dei segnali nervosi, tutta l’attività del neuromero bersaglio, subisce un aumento della sua attività basale, come conseguenza di uno stato di ipersensibilità ed eccitazione, divenendo appunto un “segmento facilitato” (neuromero iperattivato): il risultato di questo stato comporta un’accentuazione dell’attività muscolare segmentale, come effetto della stimolazione afferente del miotomo corrispondente, una intensificazione delle reazioni ortosimpatiche e, spesso l’amplificazione dei segnali afferenti dai nocicettori, con manifestazioni algiche che possono portare all’iperalgesia o all’allodinia. In pratica, la “disfunzione somato-viscerale” segmentale, indipendentemente dal fatto che sia causata da un trauma o da una alterazione funzionale o strutturale del tessuto, provoca un’alterazione dell’elaborazione delle informazioni sensoriali a livello delle reti neurali midollari: il risultato è un incremento dell’attività motoria (in prevalenza flessoria), con ipertono muscolare e resistenza all’allungamento, riduzione della mobilità articolare e del R.O.M. fisiologico, alterazioni nella perfusione dei tessuti associati ed intensificazione della nocicezione (sensibilità dolorifica).

Per quanto le afferenze sensitive, cinestesiche, propriocettive e viscerali svolgano un ruolo fondamentale per permettere il corretto funzionamento fisiologico, la presenza di nocicettori viscerali “silenti”, in grado di informare il sistema nervoso sulla presenza di fenomeni anormali o disfunzionali (infiammazioni, ischemie …), svolge un ruolo fondamentale nella “sensibilizzazione” neuromerica, causata dalla convergenza degli stimoli afferenti a livello della Sostanza Gelatinosa di Rolando, nel corno posteriore del midollo spinale, o a livello del Nucleo della radice discendente del Trigemino, del Nucleo Sensitivo del Trigemino e del Nucleo Mesencefalico del Trigemino.

facilitazione segmentale nella visione olistica del ben-essere

Dal punto di vista della Kinesiopatia® e del Cranio-Sacral Repatterning®, si può definire la facilitazione segmentale come la “risposta reattiva somato-viscerale”, conseguente alla sensibilizzazione e alla conseguente iperattivazione di un neuromero da parte delle afferenze periferiche provenienti dai distretti ad esso associati, siano esse muscolari (miotomo), dermo-cutanee (dermatomi e metamero) o viscerali (viscerotomi): tale fenomeno dipende dalla convergenza, a livello della rete neurale presente nelle aree sensitive midollari e trigeminali, fra input afferenti dalla periferia e input discendenti attivati da reazioni di tipo somato-emozionale.

Il risultato finale di questo meccanismo adattativo è un’alterazione delle risposte ortosimpatiche nei territori associati al neuromero, disfunzionalità viscerale ed un incremento del tono muscolare: in particolare, si osserva ipertonicità nel segmento muscolare spinale associato al neuromero accompagnato da rigidità e spasticità, resistenza all’allungamento e iperriflessia tendinea, dolenzia muscolare alla palpazione o all’allungamento della muscolatura periferica innervata.

Talvolta l’attivazione del segmento facilitato assume il ruolo di fattore scatenante, innescando fenomeni di iperriflessia e spasmofilia generalizzati.

Occorre non dimenticare che anche la presenza di disturbi viscerali o alterazioni funzionali possono divenire cause predisponenti o fattori scatenanti del fenomeno della facilitazione segmentale: il professionista del ben-essere non può esimersi dall’effettuare una valutazione multidimensionale che, partendo dal concetto di “triangolo della salute”, approfondisca la multifattorialità alla base della genesi del problema: in altre parole diviene necessario valutare la presenza di intolleranze alimentari o carenze nutrizionali o alterazioni del processo digestivo o della detossicazione che si comportino da spine irritative.

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