tolleranza al glucosio

« all'indice del glossario

definizione

Con la locuzione “tolleranza al glucosio” si definisce la capacità dell’organismo di “smaltire” un carico di glucosio, ovvero la capacità di utilizzare il glucosio assunto attraverso gli alimenti o somministrato a scopi diagnostici, e/o mantenere i livelli di glicemia all’interno dei parametri definiti dai set-points omeostatici; quando si parla, viceversa, di intolleranza al glucosio, ci si riferisce alla ridotta capacità di smaltimento del glucosio da parte dell’organismo, descrivendo genericamente un gruppo di condizioni metaboliche che determinano livelli di glucosio nel sangue più alti del normale.

tolleranza al glucosio e glicemia

L’organismo umano possiede un sistema di regolazione intrinseco che consente di mantenere relativamente costante la glicemia durante l’arco della giornata: partendo dal presupposto che la presenza di glucosio nel sangue è essenziale per la vita, essendo un nutriente essenziale per tutte le cellule dell’organismo, il mantenimento della concentrazione ematica del glucosio all’interno dei set-point omeostatici è un fattore altrettanto importante per garantire una buona funzionalità del corpo umano.

In un soggetto sano, che segue una dieta mista, la glicemia dovrebbe mantenersi, durante la giornata, tra i 60 e i 130 mg/dl, con un valore medio di riferimento di 90 mg/100 ml: la costanza di questi parametri è importante per assicurare il normale apporto energetico al cervello: a differenza di altri organi e dei muscoli, il cervello non è in grado di immagazzinare riserve di glucosio dalla cui disponibilità dipende direttamente e pertanto il glucosio ematico è l’unico substrato energetico utilizzabile dal sistema nervoso, se si escludono situazioni di digiuno prolungato ove l’organismo supplisce alla carenza cerebrale di glucosio con la produzione di chetoni (corpi chetonici); sia l’ipoglicemia, sia l’iperglicemia sono potenzialmente pericolose per l’organismo e, se protratte per lunghi periodi, possono portare a conseguenze molto gravi.

Quando si parla di tolleranza al glucosio ci si riferisce al mantenimento di valori costanti della glicemia, indipendentemente dall’apporto di glucosio all’organismo, per mezzo del sistema fisiologico di regolazione della concentrazione ematica del glucosio, mediato principalmente dall’azione di due ormoni: l’insulina ed il glucagone: l’insulina è un ormone ipoglicemizzante perché promuove l’abbassamento della glicemia, mentre il glucagone ha effetti contrari (iperglicemizzante).

Dopo un pasto abbondante la glicemia tende a salire a causa delle grandi quantità di glucosio che l’intestino riversa in circolo: l’innalzamento dei livelli glicemici stimola la secrezione di insulina, che con la sua azione riporta la glicemia a livelli normali, facilitando il passaggio del glucosio dal sangue alle cellule, favorendo l’accumulo di glucosio sotto forma di glicogeno ed aumentando l’utilizzo di glucosio da parte delle cellule; dopo qualche ora di digiuno la glicemia tende ad abbassarsi a causa del passaggio del glucosio dal circolo ai tessuti, per cui viene secreto il glucagone che riporta la glicemia a valori normali, stimolando la produzione di glucosio a partire dal glicogeno e favorendo l’utilizzo cellulare di grassi e aminoacidi in sostituzione del glucosio, per produrre energia .

La tolleranza al glucosio varia durante il giorno: i livelli di glucosio sono più alti la sera rispetto al mattino, venendo modulata la glicemia dal cortisolo e dall’ormone della crescita: la concentrazione di entrambi è elevata durante il sonno, favorendo l’incremento della glicemia come conseguenza della loro azione antagonista all’insulina: i livelli dell’ormone della crescita sono elevati all’inizio del sonno mentre la concentrazione ematica del cortisolo aumenta durante la seconda metà del sonno.

La resistenza all’insulina viene indotta attraverso meccanismi mediati dagli ormoni che interagiscono con i rispettivi recettori a livello delle cellule bersaglio: la tolleranza al glucosio dipende da ritmi circadiani, modulati dalle interazioni con ormoni in grado di influenzare i livelli di glucosio nel sangue; i livelli di insulina seguono i cambiamenti del glucosio e ci si aspetta che siano paralleli ai livelli di glucosio durante il giorno, anche se ciò non è sempre vero in quanto l’azione di altri ormoni può modificare la tolleranza al glucosio. concentrazione ematica del glucosio

L’intervento dell’insulina, in realtà, non si manifesta esclusivamente sulla componente glucidica ma, grazie all’introduzione di altri nutrienti quali le proteine (o aminoacidi e peptidi) o i lipidi nella dieta, è finalizzato precipuamente a favorire il trofismo dei tessuti: la presenza dell’insulina è indispensabile per l’utilizzazione degli amminoacidi a scopo anabolico anche in assenza di glucidi, svolgendo un’importante azione sinergica nella sintesi proteica (proteosintesi), potenziando la produzione di altri ormoni come il GH, che incrementa a sua volta la produzione dell’ormone anabolico IGF1, e il testosterone, condizionando indirettamente la glicemia.

« all'indice del glossario