time-release

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definizione

Anglicismo che tradotto letteralmente significa “rilascio temporizzato”, a volte usato nella forma grafica time-released, utilizzato per descrivere una forma farmaceutica che consente ad un principio attivo o ad una droga (sia essa contenuta in un farmaco o in un integratore alimentare) di essere rilasciata nell’organismo lentamente, in un periodo di tempo prolungato, anziché in un’unica dose: questo processo può prolungare l’azione ed i benefici ottenibili dalle sostanze assunte per un periodo di tempo più lungo: le forme dose a rilascio prolungato utilizzano una tecnologia speciale per liberare piccole quantità di principio attivo in un lungo periodo di tempo, a differenza delle formulazioni a rilascio immediato dove la droga viene messa a disposizione integralmente ed immediatamente; talvolta si parla anche di sustained release (rilascio sostenuto), extended release (rilascio prolungato) o controlled release (rilascio controllato).

Le differenze tra formulazioni ad azione rapida e forme dose a rilascio prolungato possono influenzare l’efficacia di un trattamento: nelle prime (ad azione rapida o a rilascio immediato), l’intera dose di droga è immediatamente disponibile per l’organismo: sebbene questo non significhi, necessariamente, che il principio attivo agisca immediatamente e poi smetta di funzionare, potendo avere, in realtà, un’azione a lungo termine a seconda di come l’organismo li metabolizza, consentendo alla concentrazione ematica del principio attivo di accumularsi e avere un effetto cumulativo e continuo nel tempo; le forme farmaceutiche a rilascio prolungato, invece, si dissolvono nell’apparato digerente nel tempo, quindi l’intera dose non viene rilasciata immediatamente nel flusso sanguigno, ma piuttosto viene liberata lentamente nel tempo, in modo che la concentrazione del principio attivo rimanga costante nell’organismo fino all’assunzione della dose successiva.

Anche se i termini “rilascio ritardato” e “rilascio prolungato” spesso sono considerati sinonimi, in realtà le forme dose time-release sono solitamente rivestite con una sostanza che impedisce alla droga di dissolversi fino a quando non ha attraversato il chimo nello stomaco (che potrebbe inattivare il principio attivo), mentre le formulazioni extended-release prevedono che la droga venga miscelato in una matrice che si dissolve lentamente nel tempo, assicurando sia che la persona non assuma una quantità eccessiva di sostanza in una sola volta, sia che la quantità rilasciata rimanga relativamente costante nel tempo.

vitamine time-released

Nell’integrazione alimentare si utilizzano, in alcuni casi, formulazioni extended-release, spesso chiamate impropriamente time-released, in quanto si è osservato che rilasciare i nutrienti lentamente nel tempo anziché tutti in una volta, aiuta a mantenere livelli costanti di questi nutraceutici nell’organismo, prevenendo picchi di concentrazione dei principi attivi: questo è particolarmente vero per le vitamine idrosolubili che potrebbero essere eliminate rapidamente dai reni, riducendone l’efficacia nell’organismo.

Un altro motivo per cui certe sostanze sono da preferirsi in forma controlled-release è che eventuali carichi eccessivi di alcune vitamine potrebbero creare manifestazioni o effetti collaterali se assunte in quantità eccessiva rispetto alla capacità metabolica o di utilizzo dell’organismo; si pensi, ad esempio alla niacina che può indurre arrossamenti e pruriti se assunta in dosi eccessive: l’esanicotinato di inositolo, può essere considerata una forma di rilascio controllato in quanto, una volta assunto, libera progressivamente l’acido nicotinico prevenendo gli effetti indesiderati associati all’assunzione di elevati dosaggi.

Anche l’acido ascorbico, meglio conosciuto come vitamina C, una delle vitamine idrosolubili, quando somministrata con una formulazione time-release (o extended-release), offre molteplici vantaggi; tipicamente, la vitamina C ha un’emivita di circa 2÷3 ore nel flusso sanguigno in quanto, essendo una vitamina idrosolubile, il 25% della concentrazione ematica viene filtrata attraverso i reni ed escreta nelle urine: questo comporta che una parte significativa dell’acido ascorbico assunto viene “perso”, anche per l’incapacità del corpo di utilizzare concentrazioni troppo elevate, creando una eccessiva acidificazione delle urine per la secrezione diretta dell’acido ascorbico, un incremento della diuresi ed un aumento dell’escrezione renale di acido urico (con possibile formazione di calcoli).

Inoltre, mentre a fronte di un normale apporto dietetico la vitamina C viene assorbita in percentuali variabili tra il 70 ed il 95%, in caso di aumento importante della quantità assunta, la capacità di assorbimento intestinale diminuisca all’aumentare della dose ingerita, potendo ridursi fino al 30%; le formulazioni time-release non solo possono aumentarne la biodisponibilità, l’assorbimento e la ritenzione organica dell’acido ascorbico, ma riducono i possibili effetti collaterali a livello gastro-intestinale e renale, mostrando una migliore tollerabilità e un minor numero di eventi avversi epigastrici.

A livello di integrazione alimentare, il C-1000-TR (NW1220) è un ottimo esempio di come una formulazione time-release possa garantire il massimo assorbimento della vitamina C in quanto viene rilasciata lentamente nel tempo per il massimo assorbimento, mentre la sinergizzazione con bioflavonoidi, inoltre ne incrementa la biodisponibilità, potenziandone l’effetto.

controlled-release ed oppioidi

Questo tipo di formulazioni offre indubbi vantaggi quando si renda necessario garantire la somministrazione di una droga o di un principio attivo nel tempo o si voglia evitare un sovraccarico od un picco di concentrazione ma, nel contempo, raggiungere una dosaggio “terapeutico” come in quei farmaci ad elevata concentrazione che si dissolvono lentamente: alcuni analgesici, ad esempio, permettono alle persone che soffrono di dolore cronico e altre condizioni che necessitano di una terapia farmacologica costante di assumerla solo una o due volte al giorno, dando loro maggiore libertà e riducendo il rischio di dimenticare di ingerire o di inghiottire accidentalmente una dose eccessiva di principio attivo.

Si pensi agli oppioidi utilizzati grazie alla loro efficacia per il trattamento sia nel dolore cronico, sia nel dolore acuto, che presentano un elevato potenziale di abuso e dipendenza, oltre ad un effettivo rischio di overdose: si pensi a farmaci come la morfina, il Vicodin (idrocodone), l’OxyContin (ossicodone), il Demerol (petidina), la codeina, il Fentanyl (fentanile) o il metadone; mentre le forme dose a rilascio immediato possono causare un effetto euforizzante, soprattutto se assunte in dosi elevate, creando un piacevole effetto psicoattivo che ne favorisce l’abuso, la forma farmaceutica a rilascio prolungato, pur potendo provocare un senso di benessere artificiale, avrà una minor tendenza a creare situazioni di abuso o di dipendenza, avendo un rilascio nell’organismo in modo graduale.

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