definizione
Locuzione inglese, utilizzata per la prima volta da Michael Johann Jacobson, nel 1951, traducibile letteralmente con «cibo spazzatura», utilizzata per indicare i cibi considerati malsani a causa del bassissimo valore nutrizionale e dall’elevato contenuto di grassi saturi, zuccheri, sale o glutammato, spesso contraddistinti da un elevato valore energetico; talvolta questi alimenti fanno parte dei cosiddetti confort food, anche se la ricerca di particolari tipologie di “cibi consolatori” è totalmente individuale e soggettiva.
Spesso, a torto o ragione, vengono inseriti fra i junk food le preparazioni industriali o della ristorazione di massa perchè frequentemente considerati “insalubri” perchè addizionati di conservanti, esaltatori di sapidità, o perchè ricchi di grassi saturi e colesterolo o zuccheri raffinati; una peculiarità di questi cibi è quella di possedere una densità calorica assolutamente inappropriata alle esigenze nutrizionali, ma allo stesso tempo di non ottemperare alle necessità fisiologiche di vitamine, oligoelementi, antiossidanti, fibra alimentare, acidi grassi essenziali.
junk food e salute
Non di rado i cibi spazzatura sono considerati responsabili dell’insorgenza di malattie quali l’obesità, il diabete, le patologie cardiovascolari, alcuni tipi di cancro e la depressione; uno studio condotto nel 2008 da Paul Johnson e Paul Kenny (Paul M. Johnson e Paul J. Kenny, Addiction-like reward dysfunction and compulsive eating in obese rats: Role for dopamine D2 receptors) ha suggerito che il consumo di questo tipo di alimenti alteri l’attività cerebrale in modo simile a quello provocato dalle sostanze stupefacenti quali la cocaina o l’eroina.
Altri studi hanno dimostrato che una dieta basata sul consumo di cibo spazzatura induce alla monotonia alimentare, aumentando il desiderio per cibi grassi e zuccherini a scapito di cibi variegati o più naturali, incrementando il rischio di sviluppare forme di obesità: non a caso le persone obese o in forte sovrappeso sono maggiormente attratte da snack e dolci e per questo motivo tendono a fare acquisti impulsivi pur non sentendone una effettiva necessità.
Anche se il consumo saltuario di cibi spazzatura non incide significativamente sullo stato di salute delle persone per altri versi sane, visto che i danni sistemici all’organismo causati dai junk food sono il frutto di un consumo abituale e dall’accumulo delle tossine, il problema nasce dalla dipendenza causata dall’azione consolatoria (comfort food), ovvero dal fatto che sono “buoni”, dalla comodità o dalla praticità (cibo pronto, precotto o preconfezionato) e, in genere, dal costo limitato rispetto ad una alimentazione più sana.
junk food e stress
La ricerca di cibi ad elevato contenuto calorico, spesso finalizzato a migliorare uno stato di dis-confort psico-fisico, non sempre nasce da una scarsa consapevolezza alimentare o da atteggiamenti viziati, ma piuttosto può essere riconducibile al tentativo inconsapevole dell’organismo di compensare uno stato di dis-stress organico: anche se il ricorso ad alimenti ad elevato contenuto zuccherino o ricchi di grassi, magari in associazione a sostanze stimolanti, frequentemente ottiene, nel lungo periodo, un peggioramento della vitalità e dell’energia corporea, non deve essere sottovalutato il desiderio che l’alterazione metabolica associata allo stress induce nell’individuo.
Attraverso l’utilizzo del test muscolare e l’osservazione clinica, è stato possibile verificare che alimenti iper-energizzanti, che possono essere considerati junk food, spesso inducono un effetto di riduzione della capacità di risposta dell’organismo e che, riducendo lo stress, il desiderio di cibo spazzatura tende a ridursi: l’utilizzo di integratori nutrizionali, quali, ad esempio, il DSF o il Core Level Adrenal in molte persone riduce il bisogno e la dipendenza da tali alimenti.
Ovviamente è sempre indicato ricorrere ad una valutazione multidimensionale per comprendere e intervenire sulle radici dello stress ed eventualmente all’analisi del profilo nutrizionale soggettivo, per identificare carenze e necessità individuali e agire in maniera mirata, anche se, in base all’esperienza clinica, l’intervento nutrizionale sullo stress migliora, anche nei bambini, il rapporto compulsivo con questo tipo di nutrizione.
« all'indice del glossario