nevroglia

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definizione

Termine proposto dall’anatomo-patologo Rudolf Virchow per indicare lo stroma interstiziale dell’encefalo e del midollo spinale, che, a differenza di quanto avviene negli altri organi, non è formato dal tessuto connettivo, bensì da elementi di origine ectodermica (astrociti, oligodendrociti, cellule di Schwann, cellule ependimali) e di origine mesenchimale (microgliociti); dal greco νερον (nevron → nervo) e γλία (glía → colla), insieme delle cellule non neuronali presenti nel tessuto nervoso.

funzioni

Sostegno, trofismo, difesa e riparazione così come la mediazione dell’impulso nervoso e la programmazione dell’attività neuronale sono i compiti della nevroglia, ognuna specificamente associata al tipo di cellula che la costituisce; possono essere schematizzate in:

⇒ funzione di sostegno e azione trofica – la rete formata dalle cellule di nevroglia e dai loro prolungamenti costituisce una trama di sostegno ed il mezzo interno per gli scambi nutritivi e gassosi tra le cellule e il sangue: la nevroglia è paragonabile, funzionalmente, al tessuto connettivo lasso interstiziale in altri organi; alcuni prolungamenti dei gliociti si connettono con i vasi sanguigni, sui quali terminano con ingrossamenti globosi, e con la pia madre per mezzo di piccole espansioni a forma di pedicelli. Si ritiene che le terminazioni gliali intorno ai vasi sanguigni abbiano la funzione di stabilire rapporti trofici tra i capillari e le cellule nervose.

⇒ riparazione delle lesioni del sistema nervoso centrale – assicura l’isolamento dei tessuti nervosi e la protezione da corpi estranei in caso di lesioni; alla presenza di fenomeni degenerativi, i gliociti si ipertrofizzano e proliferano riempiendo gradualmente gli spazi lasciati liberi dai neuroni degenerati.

⇒ modulazione della trasmissione dell’impulso nervoso – le cellule della glia intervengono anche nella modulazione della trasmissione dell’impulso nervoso regolando, la concentrazione di particolari elettroliti dell’interstizio e metabolizzando alcuni mediatori chimici, detti eccitotossici, come il glutammato e l’aspartato. Il rivestimento con una guaina mielinica da parte degli oligodendrociti e delle cellula di Schwann isola degli assoni dei neuroni permettendo una migliore propagazione dei segnali elettrici; gli astrociti sono in grado di rilasciare particolari neurotrasmettitori (gliotrasmettitori) che agiscono sincronizzando l’attività di varie popolazioni di neuroni, scatenando un processo di comunicazione detto gliotrasmissione.

tipi di cellule della neuroglia

⇒ microglia – costituita da macrofagi specializzati in grado di effettuare la fagocitosi che protegge i neuroni del sistema nervoso centrale; per quanto non siano cellule gliali,  essendo derivata dai monociti e non dal tessuto ectodermico, la microglia è categorizzate in questo modo per via del suo ruolo di supporto ai neuroni.

⇒ macroglia – parte della glia di origine ectodermica, è composta da:

cellule astrocitarie – il più abbondante tipo di cellule della neuroglia, forniti di numerose estroflessioni raggiate che ancorano i neuroni tra loro e con i vasi sanguigni; regolano l’ambiente esterno dei neuroni rimuovendo gli ioni (in particolare il potassio) e riciclano i neurotrasmettitori rilasciati durante la trasmissione sinaptica. Possono essere considerati i “blocchi di costruzione” della barriera emato-encefalica e sono in grado di regolare la vasocostrizione e la vasodilatazione, producendo prostaglandine ed altre sostanze vasoattive, derivate dall’acido arachidonico.

⇒ oligodendrociti e cellule di Schwann, che rivestono le fibre nervose di mielina, rispettivamente nel sistema nervoso centrale e nel sistema nervoso periferico. Gli oligodendrociti hanno funzioni coadiuvanti metaboliche e svolgono il compito di rivestire gli assoni del sistema nervoso centrale con una guaina mielinica, che isola l’assone permettendo una migliore propagazione dei segnali elettrici; al contrario delle cellule di Schwann, che svolgono un’azione analoga a livello periferico, gli oligodendrociti possono rivestire più di un assone perché forniti di numerosi prolungamenti. Le cellule di Schwann hanno posseggono un’attività fagocitaria: sono in grado di rimuovere i residui cellulari in caso di lesione, permettendo la ricrescita dei neuroni del sistema nervoso periferico.

⇒ ependimociti,  elementi di rivestimento ciliati, che delimitano le cavità del sistema nervoso centrale e, col battito delle ciglia, favoriscono la circolazione del liquor; prive di una membrana basale e continuano in prolungamenti e connessioni in continuità con gli astrociti. Sono coinvolte nella rigenerazione del tessuto nervoso, in quanto si ritiene siano cellule staminali.

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