definizione
Potente fitochimico naturale, che si trova in gran quantità in quasi tutte le crucifere (soprattutto nei germogli), in particolare nei broccoli (Brassica Italica), nei cavoli (Brassica Capitata), nel cavolo nero (Brassica Viridis), nei cavoletti di Bruxelles (Brassica Gemmifera), nei cavolfiori (Brassica Oleacea), nelle rape (Brassica Rapa) nella rutabaga (Brassica Napobrassica), nel kale (Brassica Acephala), nella senape indiana (Brassica Juncea); il suo nome chimico è 3-idrossi-metil-indolo e deriva dalla degradazione (idrolisi) della glucobrassicina, un composto glucosidico, anche se a differenza di questa sostanza non contiene zolfo; si forma quando queste verdure vengono tagliate, masticate o cotte.
È un decontaminante estremamente potente, in grado di agire efficacemente sui danni causati dai radicali liberi grazie al suo potere antiossidante, è dotato di azioni protettive nei confronti dei danni ossidativi, favorendo l’eliminazione delle tossine dal corpo: essendo il precursore metabolico del DIM ed agendo sinergicamente con esso, l’indol-3-carbinolo interferisce con le attività del CYP (citocromo P450), coinvolto nel metabolismo di molti composti biologicamente attivi fra cui gli estrogeni, le tossine, i farmaci e le sostanze chimiche ambientali (xenobiotici), aumentandone la solubilità in acqua e promuovendone l’eliminazione.
Questo è il motivo per cui questa sostanza è in grado di proteggere le cellule dal danno causato dal fumo e dai pesticidi, svolgere un’attività di prevenzione del cancro e, allo stesso tempo agire come antiossidante, anti-aterogenico e modulante della funzione immunitaria; agisce anche come antiaggregante piastrinico.
attività anti-estrogenica
Nel tessuto mammario, le aromatasi (CYP19) catalizzano le fasi finali della conversione degli androgeni (testosterone o androstenedione) in estrogeni (rispettivamente 17 β-estradiolo o estrone): sia l’indol-3-carbinolo, sia il di-indolil-metano, modulano, riducendola, l’espressione del CYP19: l’esposizione prolungata agli estrogeni ha un ruolo importante nello sviluppo del cancro attraverso la generazione mediata da CYP di metaboliti reattivi agli estrogeni che possono danneggiare il DNA.
La sottoregolazione delle aromatasi non soltanto svolge un ruolo anticancerogeno, prevenendo la formazione di radicali liberi dannosi, ma riduce anche la formazione di metaboliti altamente estrogenici (16α-idrossestrone) che possono essere responsabili degli effetti negativi sull’organismo e sulla psiche di queste sostanze, interagiendo a livello recettoriale, nel processo di normalizzazione, dei tessuti estrogenosensibili, proteggendo le cellule del seno, dell’endometrio, del collo dell’utero e della cervice uterina.
È ormai risaputo che l’assunzione di indol-3-carbinolo è in grado di bloccare lo sviluppo delle cellule del collo dell’utero contenenti il virus del papilloma umano HPV16, la principale causa di tumore al collo dell’utero, ) che potrebbero trasformarsi in cellule tumorali dopo un trattamento a base di estrogeni.
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