disfunzione erettile

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definizione

Viene definita come «l’incapacità del soggetto di sesso maschile a mantenere un’erezione sufficiente a condurre e portare a termine un rapporto sessuale soddisfacente», ponendo l’accento sulle manifestazioni maschili, negligendo le problematiche femminili: talvolta viene definita anche «impotentia erecti», dal latino impotentia, che indica l’incapacità di un organo a esplicare un atto o una funzione, e erecti, da ērectus, participio passato del verbo ērigō (→ innalzare, sollevare, rendere eretto o dritto).

Nell’uomo, generalmente, è indicata come impotenza (impotentia coëundi) ed è caratterizzata da un’erezione non soddisfacente o non sufficiente al coito: vi può essere difficoltà a ottenere l’erezione (erezione parziale) o a mantenerla (erezione fugace); per quanto meno conosciuta ed ampiamente sottovalutata, la disfunzione erettile è anche un problema femminile.

classificazione

Il deficit erettile viene distinto in primario o secondario a seconda che la disfunzione sessuale della fase dell’eccitamento si sia manifestata fin dall’inizio dell’attività sessuale o se è invece intervenuta in un secondo momento, successivamente a un periodo di vita sessuale soddisfacente; si parla di disturbo generalizzato o situazionale a seconda che l’attività sessuale sia sempre presente oppure dipenda dalle situazioni, dall’attività o dal partner. Può essere anche classificata come di natura prevalentemente psicologica, farmacologica o organica, ma più spesso sono su base mista: non di rado, ad esempio, ad una causa organica, se ne associa una farmacologica con ripercussioni psicologiche.

poliedricità causale

Nella realtà clinica, quasi sempre la disfunzione erettile è riconducibile alla cosiddetta poliedricità causale: ad esempio nei soggetti trattati con β-bloccanti o alcune categorie di diuretici, raccomandati nel trattamento dei pazienti ipertesi, che sono stati individuati come una delle prime cause di disfunzione erettile causata da farmaci, con evidenti ripercussioni sullo stato somato-emozionale e il possibile sviluppo di anedonia; in questo caso si parla di disfunzione erettile di natura iatrogena, essendo conseguente a terapie mediche o farmacologiche. In realtà alcuni studi dimostrano che il problema ipertensivo e la malattia cardiovascolare siano la causa primaria del disturbo erettivo, più che l’uso di queste categorie di farmaci, evidenziando la presenza di forme di “credenze” che sembrano esercitare un effetto nocebo sugli utilizzatori; si potrebbe dire che il pene e la sua erezione (nella donna il problema è più difficilmente evidenziabile) siano la spia del funzionamento del sistema cardio-vascolare.

Un altro caso di poliedricità causale potrebbe essere quello di un soggetto infartuato in terapia che teme l’esperienza sessuale, considerandola, più o meno inconsciamente, pericolosa; oppure il giovane diabetico che, affetto da un deficit erettile su base vascolare o neuropatica, è soggetto a reazioni depressive che peggiorano il quadro sintomatico e la funzionalità. 

Disfunzioni sessuali della fase dell’eccitamento che si verifichino occasionalmente sono molto comuni e, entro certi limiti, non devono allarmare, ma spesso, proprio a partire da questi episodi, si sviluppano atteggiamenti di dis-confort, dis-stress o insicurezza che possono generare, come conseguenza dell’insorgere di ansia da prestazione, una disfunzione erettile durevole

Tra i maggiori fattori di rischio ricordiamo: stress, fumo, ipertensione, dislipidemia, diabete, neuropatia alcolica, malattie vascolari, neurologiche e andrologiche.

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