capienza

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definizione

Il termine indica la capacità di “far fronte” alle richieste energetiche, funzionali o biologiche a cui viene sottoposto l’organismo: capienza, per associazione con il significato attribuito alla parola in ambito finanziario, suggerisce l’attitudine e l’idoneità a “garantire” una risposta adeguata, con la sicurezza di un “risultato positivo” come esito dell’evento; sostantivazione del participio presente latino capiĕnte, derivato da capĕre (→ prendere, contenere), descrive la possibilità di “contenere” l’evento o la richiesta a cui è sottoposto l’organismo, indicando, allo stesso tempo, la “misura”, il “limite”, la “tolleranza”.

Per certi versi il concetto può essere assimilato a quello di resilienza, ma, mentre quest’ultima descrive la capacità di assorbire in maniera elastica le forze agenti sul sistema somato-emotivo, la capienza rappresenta il “limite di sopportazione”, divenendo il parametro organico che determina quali stressor si comportino da stimoli sopraliminali, cioè quali sollecitazioni siano in grado di superare la capacità di tollerare dell’individuo, generando dis-confort e dis-stress.

Pertanto la capienza può essere descritta come la capacità dell’organismo di gestire gli stress, come avviene, per esempio, nel sistema degli shock absorber, il complesso osteo-arto-mio-fasciale (ma anche emozionale) che permette di “ammortizzare” i traumi; può essere assimilato all’isteresi elastica del corpo nel suo insieme, inteso come complesso fisico-emotivo-spirituale: se lo “spirito di resilienza” rappresenta la capacità di sopravvivere ai traumi, la capienza indica il limite “garantito” oltre il quale il corpo potrebbe non essere in grado di “sopportare ulteriori” carichi, divenendo, di fatto, incapiente.

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