hic et nunc

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definizione

«qui e ora»: il nostro esistere nello spazio e nel tempo; anche se è utilizzata in altri contesti, la locuzione può assumere sia il significato di “in questo momento e in questo luogo”, cioè assolutamente nel presente, oppure “subito, immediatamente”, “all’istante”, “senza alcun indugio”, “su due piedi” ed è pronunciata di solito nel dare un ordine o da parte chi si appresta a eseguirne uno, assumendo le caratteristiche di un imperativo categorico perchè sottintende un adempimento o una questione la cui risoluzione non ammette proroghe.

«hic et nunc» racchiude in sé anche un senso più profondo, venendo utilizzata per riferirsi alla condizione umana, alla sua esistenza ed alla necessità che ha l’uomo di  vivere il presente, cosciente che il tempo a sua disposizione è limitato e che la sua felicità è da ricercarsi nell’unico momento in cui è possibile agire e vivere, senza pensare né al futuro né al passato; questo costrutto è associato alla corrente filosofica esistenzialista, la quale vede l’uomo come essere fragile e infelice a causa della sua finitudine.

«hic et nunc» nella lingua latina: Orazio

Anche se l’espressione viene generalmente attribuita al poeta Orazio, sarebbe più corretto riconoscere che, in realtà, si tratta di una locuzione di uso comune nella lingua latina, che il poeta utilizzò per alludere a un tema importante della sua poetica: infatti i due termini che la compongono, concettualmente, ricorrono spesso nelle sue opere fondamentali; nei suoi scritti, «hic et nunc» indica non tanto e non solo un concetto quanto piuttosto il desiderio di esprimere l’immediatezza di un evento singolare. Questa poetica è caratterizzata da alcuni tratti fondamentali:

⇒ un elemento spaziale, denominato «angulus» e riconducibile all’«hic», ovvero alla dimensione spaziale dell’immediatezza del presente.

⇒ un elemento temporale, «nunc», che indica una chiusura protettiva del tempo (in un tempo proprio, interiore) e dal tempo (dal tempo comunemente inteso, che scorre nella sua inesorabilità e che non torna più) e che può essere ricollegato all’altro famoso concetto oraziano del «carpe diem».

«hic et nunc» nella filosofia esistenzialista

Questa corrente filosofica focalizza la propria attenzione sull’uomo considerato nella sua sua finitudine e nell’intrinseca fragilità che la contraddistingue: Martin Heidegger afferma l’idea che la soggettività dell’uomo si riferisce all’Essere come principio metafisico ma riguarda sempre l’esistere situato nello spazio e nel tempo, ovvero l’«hic et nunc» in cui l’uomo agisce; l’«Esser-Ci» (cioè l’uomo), diviene il protagonista.

L’«hic et nunc» di Orazio diviene il suffisso «-Ci» che indica non tanto e non solo una semplice localizzazione spaziale quanto piuttosto una modalità nella quale l’Essere si offre, che, per quanto riguarda l’uomo, coincide con la sua stessa esistenza.

Al di là delle sfumature di significato che l’espressione «hic et nunc» ha assunto nel corso dei secoli, si deve tenere in considerazione il fatto che ogni nostra azione è compiuta qui e ora, nell’immediatezza del presente: il passato e il futuro, per quanto importanti e determinanti, sono ricordi, aspettative, speranze, in definitiva stati mentali che, seppur capaci di influenzare profondamente la nostra vita, hanno una valenza sempre inferiore alla consapevolezza e alla razionalità che dovrebbero accompagnare le nostre azioni.

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