escara

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definizione

Lesione cutanea caratterizzata dalla presenza di una crosta di colore scuro (colore che può variare dal marrone scuro al nero), molto dura o friabile, che si forma in seguito alla morte delle cellule cutanee in risposta a un danno tissutale cui consegue la necrosi: composta da siero, sangue e pus essiccati, può essere causata da ustioni, congelamenti, lesioni cutanee (da decubito, vascolari o diabetiche), infezioni (antrace e herpes zoster), morsi di serpenti o assunzione di alcuni farmaci; il termine deriva dal tardo latino eschăra, a sua volta derivato dal greco έσχάρα (éschára → focolare, braciere).

L’escara è la manifestazione visibile della necrosi di una porzione di tessuto, spesso contornata da tessuto eritematoso o fibrina, ma ben delimitata dal circostante tessuto sano e destinata a essere eliminata e sostituita da una cicatrice; i sintomi associati dipendono dal grado di necrosi e dal tipo di lesione: inizialmente, un’escara può presentarsi come una zona di pelle scura, secca e indurita, con una consistenza che può variare da dura a crostosa, fino ad essere anche friabile, mentre la pelle intorno alla lesione può essere arrossata o gonfia a causa della reazione infiammatoria ai tessuti danneggiati. Con il progredire del processo necrotico l’area può diventare di colore più scuro, da marrone a nero, indicazione della necrosi tessutale: un sintomo associato è la mancanza di sensibilità nell’area interessata, dovuta al danneggiamento delle terminazioni nervose sottostanti.

Se l’escara è infetta, possono comparire secrezioni purulente o un cattivo odore, indice della presenza di infezione batterica: l’estendersi dell’infezione può essere accompagnata da pirosi (febbre), dolore e gonfiore nelle zone vicine all’escara; quando la necrosi è estesa, l’area colpita può portare a complicanze più gravi come alterazione e rallentamento del processo di guarigione della ferita, danni ai tessuti più profondi come muscoli e ossa, esiti cicatriziali permanenti, potendo creare il rischio di amputazione della parte del corpo compromessa.

Le escare si formano principalmente a causa di una ridotta circolazione sanguigna in un distretto cutaneo, che può verificarsi come effetto della presenza di piaghe da decubito che possono essere considerate una delle cause più comuni: si verificano quando una persona rimanendo immobile per lunghi periodi di tempo (come in caso di disabilità o dopo un intervento chirurgico) esercita col corpo una pressione costante su determinati distretti corporei, come i talloni, la schiena e i gomiti, riducendo il flusso ematico e, di conseguenza, favorendo la morte dei tessuti; anche le ustioni di secondo e terzo grado causano danni estesi alla pelle, che possono portare alla formazione di escare (le ustioni di grado elevato danneggiano in profondità i tessuti, compromettono il flusso sanguigno e causando la necrosi tissutale).

Alcuni tipi di infezioni batteriche o fungine possono compromettere la pelle e portare alla formazione di escare: quando i batteri invadono la pelle danneggiata, può svilupparsi un’area necrotica che diventa un’escara; anche le malattie metaboliche, come il diabete e le malattie vascolari periferiche, possono influire sulla circolazione sanguigna e rendere la pelle più suscettibile a lesioni e necrosi.

I traumi fisici, gli incidenti ed i danni meccanici alla pelle possono causare escare, soprattutto quando la pelle viene compressa contro una superficie dura per lunghi periodi.

L’escarotomia (rimozione chirurgica), la toilette chirurgica o il debridement, pur lasciando un’ulcerazione più o meno profonda,  l’approccio ottimale per permettere la guarigione che comporta la comparsa di una cicatrice; sono  possibili trattamenti locali a base di escarasi, enzimi contenuti nella bromelina, in grado di sciogliere nel tempo l’escara e facilitarne la successiva rimozione senza l’utilizzo di trattamento chirurgico.

Una corretta integrazione alimentare che preveda un’adeguata assunzione di vitamine, minerali e proteine è utile per favorire la guarigione dei tessuti: la vitamina C, la vitamina A e lo zinco sono particolarmente utili nel processo di cicatrizzazione; la riduzione della pressione sulle aree colpite evita il peggioramento della lesione, mentre trattamenti mirati finalizzati a migliorare la circolazione sanguigna ed energetica sono utili per accelerare il processo di guarigione.

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