desiderata

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dal sogno al desiderio

Un termine che assume una vita propria, distaccandosi dall’essere “semplicemente” il participio passato del verbo latino desiderāre (→ desiderare): acquisisce un suo carattere forte, singolare, esprimendo ed enunciando non solo “ciò che si desidera“, ma anche la manifestazione di una “richiesta“ esplicita, sottolineando, di conseguenza, il “reclamare ciò che si vuole, concretamente“, come espressione dell'”esigere quello di cui si ha bisogno” o di cui “si avverte la mancanza“.

Nell’idea comune, i “desideri” sono spesso confusi con i “sogni”, venendo proiettati in una dimensione onirica ed immaginifica: come dice Cenerentola, nella favola disneyana,  “i sogni son desideri di felicità; nel sonno non hai pensieri, ti esprimi con sincerità. Se hai fede, chissà che un giorno la sorte non ti arriderà; tu sogna e spera fermamente, dimentica il presente, e il sogno realtà diverrà …

Il concetto è intrinseco nella genesi etimologica dal latino dē- (→ da) e siderum, dalla radice sidus (→ astro): esprime la mancanza di qualcosa, il volere fortemente quanto possa appagare un bisogno od un piacere, sperando che le stelle, ovvero gli dei, ci concedano “graziosamente” ciò che si chiediamo o invochiamo nelle nostre preghiere: l’immagine poetica potrebbe essere associata alla pratica di esprimere un desiderio quando si vede una stella cadere dal cielo.

Questa questo modo di vedere, trasforma i desideri e le aspirazioni in “fantasie negative”, spesso irrealizzabili, che rappresentano una dinamica ed una “forma mentis” molto distante dal concetto di desiderata; questi ultimi, viceversa, esprimono una richiesta esplicita, addirittura una pretesa, arrivando a sottintendere, talvolta la necessità e l’urgenza di ottenere ciò che si vuole, l’oggetto del desiderio.

L’imperiosità di un desiderata può essere vista nell’uso del verbo desiderare in forme che esprimono una volontà (desidero stare solo), un’esigenza (desidero un compagno/a), un ordine (desidero che ve ne andiate subito), sottolineata anche nelle forme negative come indesiderato (mal voluto) o che lascia a desiderare (incompleto, imperfetto).

Poiché la confusione fra desiderata e fantasie negative induce frequentemente comportamenti egodistonici, causando forte stress, il riconoscimento delle necessità soggettive o l’identificazione dei reali bisogni e la comprensione delle priorità individuali diviene un elemento fondamentale per un reale miglioramento personale.

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